Campania IGT è la denominazione creata nel 2004 a cui appartengono i vini provenienti dai vitigni Aglianico, Aglianicone, Aleatico, Barbera, Merlot, Piedirosso, Falanghina, Fiano, Primitivo, Falanghina, Sangiovese e Asprinio.
La zona in cui è possibile questa denominazione è quella della regione Campania, infatti rappresenta una delle più importanti aree vitivinicole del territorio. Le provincie interessate sono Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno.
Il disciplinare della Denominazione IGT prevede che i vitigni appartenenti siano coltivati su terreni particolarmente fertili. La Campania, grazie alla sua particolare posizione, si può definire a gran voce come una delle regioni più vocate alla viticoltura. Il territorio è in prevalenza vulcanico e argilloso e le colline, le montagne, le vallate i fiumi e i torrenti, insieme al clima mite, creano ambienti favorevoli alla coltivazione.
Il fine dell’affinamento del vino è quello di ottenere un prodotto di qualità e di struttura elevata. L’Aglianico Campania IGT proviene da uve raccolte a mano e accuratamente selezionate. Dopo la fermentazione il 50% affina in botti di legno per 6 mesi, il restante in acciaio. L imbottigliamento ha luogo nella prima settimana del mese di luglio dell’anno successivo alla vendemmia. Il Campania Falanghina IGT viene vinificato in bianco dopo la vendemmia manuale e necessita di una fermentazione a bassa temperatura in acciaio.
I vini appartenenti alla denominazione Campania IGT, si distinguono anche in base al vitigno e all’atto della messa in commercio devono possedere alcune caratteristiche specifiche. L’Aglianico deve avere un colore rubino intenso e un odore fruttato e floreale, il tasso alcolometrico non può essere inferiore al 12%. Al palato deve essere corposo equilibrato e secco. Il Falangina deve possedere un colore paglierino intenso e un sapore fruttato e floreale. Il tasso alcolometrico non può essere inferiore all’11,50%.
Le regole del disciplinare concernenti la denominazione Campania IGT non prevedono nessuna particolare norma circa il confezionamento e le etichette. L’attenzione è posta principalmente sulle caratteristiche del prodotto, le quali devono essere chiare e permettere l’individuazione immediata.
Secondo il disciplinare riguardante la denominazione IGT, è consentito anche l’uso di indicazioni aggiuntive che facciano riferimento a nomi, marchi privati e ragioni sociali, a patto che non abbiano un significato equivoco tale da trarre in inganno il consumatore.
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