La denominazione Paestum IGT nasce nel 1995 ed è considerata tra le più prestigiose aree vitivinicole di tutto il territorio campano, comprendente le provincia salernitana. I vini Paestum IGT provengono da vitigni a bacca rossa tra cui l’aglianico, oltre a molti altri vini eleganti e stagionati.
La denominazione Paestum IG produce vini di tutta la zona campana e, in particolare, nella zona salernitana in prossimità della valle del Sele. I vitigni sono di Papelle, Aleatico, Aglianicone, Greco, Barbera, Malsavia bianca, Fiano, Trebbiano Toscano, Chardonnay, Moscato bianco, Bombino bianco, Forastera, Falanghina, Coda di Volpe, Asprinio, Montepulciano, Aglianico, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Uva di Troia e molti altri.
L’indicazione geografica Paestum IGT dà garanzia di peculiari condizioni ambientali e tecniche di lavorazione dei vigneti che sono sinonimo di tradizione e di qualità. I vigneti vengono coltivati su un territorio variegato, dalle colline, alle pianure fino alle zone vicine alle costa. Ogni territorio ha specifiche condizioni climatiche e diverse caratteristiche minerarie, di tessitura e di struttura.
I vigneti Paestum IGT possono produrre una quantità massima di uva per ettaro di 17 tonnellate per i vini bianchi e di 14 tonnellate per i vini rosati e i vini rossi. Nella vinificazione dei vini con denominazione Paestum IGT sono ammesse unicamente pratiche volte a conferire caratteristiche territoriali ai vini e solo all’interno della zona delimitata. La resa massima non deve superare l’80% a vino ultimato e pronto per il consumo, mentre per il vino passito la resa massima è del 50%.
Paestum IG ha una secolare tradizione enologica risalente al tempo di romani e greci. Furono proprio i colonizzatori greci ad introdurre a Paestum e ad Elea i primi vitigni, grazie al clima temperato e al terreno con peculiari caratteristiche argillose e calcaree, ottime per la produzione di vini importanti.
Sulle etichette dei vini di denominazione Paestum IG possono essere inserite solo le qualifiche ammesse nella disciplinare di produzione, con l’indicazione geografica e l’ammissione di nomi e marchi privati che non traggono in inganno il consumatore.