Ci troviamo in uno dei territori più famosi – in Italia e nel mondo – per la viticoltura: il Chianti. Nel cuore pulsante della Toscana il vino scorre nelle vene: è questa la storia di un’azienda a vocazione biologica già dal 1989, ancora prima che ci fosse un disciplinare da seguire. La cantina è tra le più famose per la produzione di Chianti Classico, e si trova in un vero e proprio paradiso immersa nel verde, tra boschi e uliveti, è un luogo incantato dove è anche possibile alloggiare. I proprietari di questa cantina sono Gabriele Buondonno e Valeria Sodano, che hanno acquistato la tenuta nel 1988. Fin dal primo giorno hanno sviluppato approcci molto attenti al ciclo naturale delle piante e volta alla riduzione degli interventi dell’uomo, dal terreno alla cantina. Gli ettari totali sono circa 20, di cui 8 destinati alla coltivazione di viti: il terreno è argilloso e le uve impiantate nel ’92 sono per il 90% Sangiovese. Gabriele e Valeria arrivano direttamente da Napoli, e quando si approcciano all’agricoltura lo fanno come pionieri di un approccio il più possibile rispettoso del territorio. La tecnologia non è abbandonata ma serve per minimizzare l’intervento dell’uomo. Le fermentazioni avvengono così in grandi vasche di cemento e acciaio, e non vengono aggiunti lieviti di alcun tipo. Oltre al Sangiovese, Gabriele e Valeria coltivano molte altre uve, seppur in parti minori, per concedersi il tentativo di sperimentare e testare. Tra i vitigni affiancati al Sangiovese, che produce Chianti Classico, Riserva del Chianti Classico e Rosso Toscano, troviamo Syrah e Trebbiano. In annate particolarmente positive, producono “Il campo dei ciliegi”, un vino da uve Syrah delicato e avvolgente. I vini di Buondonno sono morbidi e avvolgenti, anche grazie alla fermentazione malolattica a cui vengono sottoposti. La produzione del Chianti Classico è tra le più rappresentative della zona, e quando lo assaggerete, capirete perché.
Buondonno - Chianti Classico Riserva 2019
Buondonno - Chianti Classico 2019
Buondonno - Campo ai Ciliegi 2017