La Croatina è un vitigno antico tipicamente lombardo, e più in dettaglio dell’area dell’Oltrepò Pavese. Si tratta di un vitigno a bacca nera, piuttosto intenso. Dà vita a vini dalla medesima tonalità rubino decisa.
La Valle del Versa, da dove questo vitigno trae le sue prime origini, e tutte le circostanti vallate del Novarese e del Vercellese sono ancora oggi le aree in cui quest’uva è principalmente coltivata. La Croatina spesso erroneamente definita Bonarda, dal nome del vino prodotto, ha però varcato questi iniziali confini attestandosi nelle vigne del Veneto, dell’Emilia–Romagna e persino della Sardegna.
Le origini del nome Croatina sono molto incerte e non si ha una chiara spiegazione del loro perché. Fin dalla metà dell’Ottocento l’uva denominata Croatina veniva coltivata nell’Oltrepò Pavese e spesso era però identificata anche dai contadini con l’appellativo di Bonarda, dal nome del più comune vino prodotto macerando e lavorando i suoi grappoli. Questa confusione sulla denominazione ha portato in numerosi casi a scambiare il vitigno Croatina con il vitigno Bonarda, presente soprattutto nell’area del Novarese. I due grappoli non sembra abbiano alcun tratto in comune per ciò che concerne le loro controverse origini, e dunque si tratterebbe esclusivamente di un caso di sinonimia.
Pur restando saldamente ancorato a tutta la regione del Novarese, del Vercellese e dell’Oltrepò, questo resistente vitigno ha subito una larga diffusione che l’ha portato nel corso dei decenni ad essere coltivato massicciamente anche in Veneto, nel Piacentino e in Sardegna.
La Croatina si è infatti dimostrata un’uva molto resistente, e ha subito un ampliamento diffusivo andando a prendere il posto di vitigni più leggeri e sensibili come, ad esempio, la Vespolina o la Spanna, messi a dura prova da infezioni e malattie della vite. Il grappolo grande e compatto che contraddistingue la Croatina spinge verso una maturazione tardiva, con vendemmia concentrata solitamente tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre. L’acino appare alla vista sferico e dalla buccia pruinosa e consistente.
Il principale e più famoso vino prodotto dalla lavorazione dell’uva Croatina è senza dubbio quello identificato con il nome di Bonarda. A seconda dell’area di produzione quest’ultimo vino però assume forme e denominazioni leggermente diverse. In Emilia-Romagna e nel Piacentino in particolare è nota la versione chiamata Colli Piacentini Bonarda DOC. In realtà l’impiego in purezza di questi grappoli scuri porta alla realizzazione di vini come la Croatina in purezza appunto, la Collina Torinese Bonarda DOC, o ancora l’Oltrepò Pavese Bonarda DOC. L’assemblaggio dell’uva con altre varianti quali la Vespolina, la Bonarda o l’Uva Rara, conduce alla creazione di varianti di diversa consistenza e sapore, ma che mantengono un tocco morbido dato proprio dalla presenza della Croatina. Nomi decisamente noti in tal senso sono il Buttafuoco DOC, o il Casteggio DOC.
Così come l’acino anche la maggior parte dei vini nati dalla Croatina presentano un colore rosso rubino piuttosto intenso. Consistenza in termini visivi ed olfattivi è data anche dalla spessa buccia che avvolge gli acini di quest’uva. Al palato i vini in purezza sono solitamente molto delicati e magri, e sprigionano note floreali e fruttate decisamente dolciastre. La buona alcolicità abbinata ad un sapore tendenzialmente asciutto rende i rossi di base Croatina facilmente bevibili.
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Picchioni Andrea - Ipazia Vivace
Picchioni Andrea - Solinghino
Picchioni Andrea - Bricco Riva Bianca
Picchioni Andrea - Rosso d'Asia
Crocizia - Scett
Daniele Ricci - El Matt
Colombera e Garella - Coste della Sesia
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