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Piwi

Il termine PIWI si riferisce ai vitigni resistenti ai funghi. Storicamente sono di origine tedesca, ma ultimamente si stanno diffondendo anche in Svizzera e Austria.
In Italia sono presenti in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino.
Sono realizzati attraverso incroci tra più piante e successiva selezione di quelle resistenti.

Il termine PIWI è un acronimo utilizzato per abbreviare la parola tedesca con cui si indicano questi particolati tipi di vitigni: Pilzwiderstandfähig.
E’ stata, infatti, la Germania per la prima volta a porre l’interesse sulla necessità di possedere dei vitigni che fossero in grado di resistere ai funghi ed è stata proprio questa nazione a dare avvio a un’intensa attività di ricerca scientifica e prove di laboratorio.

La ricerca e la selezione per arrivare a creare dei vitigni resistenti ai funghi è iniziata in Germania nel 1180, ma i primi risultati confortanti sono arrivati solo dopo circa un secolo.
La necessità di creare delle piante forti e resistenti derivava dal fatto che la vite è molto soggetta e sensibile all’attacco di diversi funghi. Oggi la problematica è ancora più sentita a causa dei cambiamenti climatici che rischiano di compromettere la sopravvivenza di molte specie di piante.
Per realizzare i PIWI le piante appartenenti a più varietà vengono incrociate e poi sottoposte ad attacchi fungini, per selezionare quelle più resistenti.

Non esiste un terreno o condizioni climatiche migliori per consentire ai PIWI di crescere forti e vigorosi. Questo perché le caratteristiche sono dipendenti da quelle delle piante di partenza che vengono incrociate tra di loro.
I paesi esteri in cui i PIWI si stanno sempre più diffondendo sono Germania, Svizzera, Austria e America, mentre in Italia le regioni più attive sono soprattutto Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto-Adige, che si stanno occupando dell’incrocio e della selezione di cultivar locali.

I disciplinari, comunque, vietano l’utilizzo dei PIWI sia in purezza sia in miscela con altri vitigni per la produzione di vini a denominazione DOC e DOCG.
Tra i PIWI italiani, vi sono quelli ottenuti dal Raboso e dal Glera.

Un buon vitigno PIWI deve portare alla produzione di un vino indistinguibile da uno ottenuto a partire da un vitigno tradizionale naturale.
In Italia, ad esempio, si ottengono ottimi vini con il Glera e con il Raboso Piave.
Il primo consente di avere prodotti molto freschi, fruttati e dai sentori floreali.

L’utilizzo dei PIWI consente ai viticoltori di coltivare delle piante senza l’ausilio di prodotti chimici. Questo riduce anche le operazioni e i successivi passaggi in campo per eseguire i trattamenti fitosanitari classici.

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Veneto

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