Alice Carpi
9 Gennaio, 2023
Quando si parla di vini estremi spesso si fa confusione con i vini dal sapore particolare e adatto a pochi palati. Tuttavia, quelle bottiglie pop da intenditori appartengono a un’altra categoria. I vini estremi sono invece tutte le etichette rientranti sotto la dicitura di viticoltura eroica. Si chiamano estremi perché estreme sono le condizioni di partenza, quelle dove il viticoltore eroico coltiva le uve. Ma analizziamo meglio questo termine e scopriamo insieme il mondo dei vini naturali estremi.
La viticoltura eroica è una pratica di coltivazione della vite in condizioni impervie. Si tratta di un approccio all’uva unico, frutto di un lavoro instancabile e talvolta persino pericoloso da parte degli agricoltori che trovano il coraggio e la forza di lavorarne la terra. Le condizioni pedoclimatiche sono da considerarsi, per l’appunto, estreme. Ciò è dovuto a diverse possibili situazioni di natura geografica. Per esempio, un vigneto è eroico se la pendenza a cui sono coltivati i suoi filari supera il 30%. Con ripidità di questo tipo è infatti impossibile meccanizzare alcun processo, e dunque ogni singola operazione può essere effettuata solo a mano. Molto spesso inoltre, per rendere possibile la coltivazione della vite è necessario coltivare con muretti a secco e dunque andando a costruire veri e propri terrazzamenti.
Tra le condizioni climatiche invece, la viticoltura eroica è presenta laddove temperature ed eventi atmosferici possono mettere a repentaglio la vita delle uve e le modalità di coltivazione. Senza bisogno di pensare per forza a calamità naturali abnormi, basti pensare a una “banale” carenza idrica. La penuria d’acqua è già di per sé una situazione complicata e difficile da gestire. Oppure, una forte percentuale di salinità potrebbe rovinare i grappoli d’uva. Tra tutte le situazioni climatiche, ovviamente, conta tantissimo il freddo.
Un vino eroico può essere anche un vino ad alta quota (o vino di montagna). Per la precisione, se l’altitudine è la caratteristica su cui puntare per considerarsi eroici, bisogna che i vigneti siano posti a più di 500mt sul livello del mare. Tendenzialmente da tale altezza in su si verificano condizioni difficili da gestire. E così un vino rischia di subire gelate o congelamenti. Inoltre, la neve è pericolosa anche per il peso: rischia di spezzare rami e foglie e, infine, di rompere gli acini.
Anche i vini prodotti nelle piccole isole del Mediterraneo sono da considerarsi allo stesso tempo vini eroici e vini estremi. Nelle piccole isole infatti, le condizioni richiedono tanta fatica e produttori più operosi del comune. Il produttore isolano è infatti in primis una persona coraggiosa, che si riesce ad accontentare di ciò che l’isola ha da offrire e si adegua alle particolari situazioni territoriali.
Una piccola isola si differenzia per situazione geologica, clima, tipologia di vitigni e soprattutto vento. Molto famoso è l’alberello pantesco, un tipo di alberello a potatura corta, nato per l’appunto nell’isola di Pantelleria. Rappresenta una modalità di coltivazione della vite studiata appositamente per riparare le uve dal vento, e dedicata alla produzione dello Zibibbo di Pantelleria, il più importante vitigno autoctono dell’isola.
I vini estremi sono spesso definiti anche vini speciali o vini rari, per sottolineare le peculiarità di questi prodotti di nicchia eccellenti e dai contorni eroici. La rarità sta invece nella difficoltà nel accaparrarsene una bottiglia: i vini eroici sono prodotti in poche migliaia di bottiglie. I vitigni che vengono utilizzati per la produzione di questi vini sono piante che spesso sono riuscite a sopravvivere a guerre e pestilenze. Le viti estreme trovano nelle isole o sui ripidi pendii situazioni sì difficili ma anche spesso autentiche e tradizionali.
I vini estremi italiani si possono trovare in tutto lo stivale e sono stati stilati dal Cervim, il Centro di ricerche per la Viticoltura di Montagna. Tra quelli che fanno dei versanti impervi affacciati sul mare la loro caratteristica principale troviamo senz’altro le bottiglie provenienti dalle Cinque Terre (i famosi vini estremi liguri di Riomaggiore firmati da Possa) e quelli della coste della Costiera Amalfitana.
Per quanto riguarda le altitudini del nord Italia invece, sono tra i più desiderati i vini di montagna della Valle d’Aosta, come i vini naturali di La Source o quelli di Cascina Melongis. Al loro fianco, ci sono numerose cantine che coltivano sui versanti delle Dolomiti fino ad arrivare addirittura ai piedi del Monte Bianco. Da provare a tal proposito i vini artigianali valdostani di Cave du Mont Blanc. Al finco dei vini coltivati sui Monti Lessini in Veneto, ci sono quelli Lombardi della Valtellina. Ai piedi delle Alpi Retiche, le altitudini e le pendenze rendono la viticoltura eroica in ogni aspetto. Da provare sono i vini naturali di Barbacan.
Scendendo verso sud, sono da citare le bottiglie della cantina della Garfagnana situata sulle Alpi Apuane: Maestà della Formica, a più di 1000mt sul livello del mare. In Calabria si trovano anche i vitigni tra i più alti d’Europa, nel Parco Nazionale della Sila. Arrivando alle isole infine, citiamo le etichette prodotte alle pendici dell’Etna, tra cui i vini naturali estremi dei Custodi delle Vigne dell’Etna, Frank Cornelissen, ed Enotrio. A Ischia la cantina Bajola produce vini naturali eroici in tutta la loro spiccata personalità. Infine, a Pantelleria, i migliori produttori di vini naturali sono senz’altro Giotto Bini, Tanca Nica, Abbazia San Giorgio e lo Zibibbo del giovane Jacopo Bianchi.
Per approfondire: Che cos’è la viticoltura eroica?
Cave Du Mont Blanc - Glacier Pas Dose
La Source - Syrah
Cave Mont Blanc - Prie Blanc
La Source - Petite Arvine
Tanca Nica - Firri Firri
Possa - Rosè d'Amour 2021
Possa - Principe Jacopo 2021
Abbazia San Giorgio - Joe Pesk 2020
Abbazia San Giorgio - Orange 2021
Cornelissen - Munjebel Bianco 2020
Enotrio - Iddu
Maestà della Formica - Gamo Rosso
Jacopo Bianchi - Anforaje
I Custodi delle Vigne dell'Etna - Vinujancu 2013
Barbacan - Alpi Retiche rosso 2020
Bajola - Bianco 20a Foglia