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Che cosa significa FIVI?

FlorWine 10 Ottobre, 2022

Molto spesso, quando si parla di vini artigianali, si tende ad avere difficoltà a inquadrare la categoria di produttori che rientrano sotto questo cappello. Come catalogarli? Come tutelarli?

A questo ci ha pensato la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, un’organizzazione senza fini di lucro, nata nel 2008 con il fine di rappresentare e tutelare la figura del produttore vitivinicolo nei rapporti con le istituzioni. Da allora a oggi, l’organizzazione si è estesa, sia negli associati, oggi oltre 1000, sia nella fiducia che il marchio ha saputo creare nelle menti e nei cuori di chi consuma vino e desidera farlo in modo consapevole.
Scopriamo insieme cos’è la FIVI e di cosa si occupa su base quotidiana.

Un po’ di storia

Correva l’anno 2006 ed era appena stato emanato il nuovo testo per la OCM vino Europea, che è quella regolamentazione europea che detta le disposizioni che riguardano tutto il settore vitivinicolo, disciplinando le norme di produzione e quei contributi a fondo perduto che possono essere assegnati sotto forma di bandi alle aziende di settore. In quel documento appena redatto mancava quell’accento necessario per la tutela dei vignaioli indipendenti.

Nel 2008 l’idea di creare un gruppo organizzato che racchiudesse i produttori artigianali e indipendenti italiani diventa progetto vero e proprio: il 17 luglio si svolge la prima assemblea costituente che sancisce ufficialmente l’inizio della FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, con Costantino Charrère, produttore valdostano, nel ruolo di Presidente.

La FIVI aderisce fin da subito alla CEVI, ossia la confederazione europea dei vignaioli indipendenti, che a sua volta racchiude tutti quei gruppi nazionali che raccolgono i vignaioli dei diversi stati europei.

Le motivazioni dietro la nascita della FIVI

Le motivazioni principali che hanno spinto l’organizzazione a stringersi intorno all’artigianalità del vignaiolo, ponendo l’accento su una produzione territoriale e sostenibile, hanno tutte a che fare con un generico disinteresse e da parte di istituzioni e lobby di settore. Negli anni, infatti, l’industria ha portato a un sostanziale abbandono dell’attenzione nei confronti della scelta delle materie prime. Ma dove porre la linea che unisce il prodotto da scaffale con quello agricolo? A questo la FIVI offre una risposta concreta: proteggendo la filiera e l’immagine dei vignaiolo che ci sta dietro, affinché ciò che compriamo sia evidentemente originario del paese di cui porta l’etichetta.

FIVI dice no alle concorrenze sleali, no alla nebulosità delle materie prime, no al disinteresse nei confronti di uno dei prodotti più d’eccellenza che l’Italia ha da offrire, e, più in generale: sì a un consumo consapevole e attento.

Regole per far parte dei produttori FIVI

Una volta capito cos’è la FIVI, potrebbe essere necessario aprire una parentesi su come entrare a farne parte. Per inserirsi nell’organizzazione FIVI bisogna, innanzitutto, rientrare nei requisiti fondamentali riportati nello statuto. La dicitura “indipendente“, tanto per cominciare, è il fondamento su cui è stata creata l’Associazione. Sta a indicare quel produttore che coltiva le proprie terre, vinifica le sue uve, e si occupa anche degli aspetti commerciali legati alle sue bottiglie, mettendoci la faccia, il cuore, l’etichetta, il tempo e il nome.

La tipologia di azienda che può rientrare nel marchio FIVI è l’azienda agricola singola o associata. Deve essere un’azienda che produce vini naturali? No. Su questo FIVI è molto chiara. Ciò che ha valore è la figura del vignaiolo e il suo modo indipendente di concepire il vino: a questo non deve per forza abbinarsi uno stile produttivo quale il Naturale, il Biologico o il Biodinamico. Consideriamo inoltre che l’obiettivo della FIVI è dare voce ai vignaioli indipendenti, attraverso una burocrazia spiegata, leggera e a portata di tutti, ma anche e soprattutto mediante i rapporti diretti con le istituzioni politiche, locali e nazionali.

La FIVI tutela dunque la categoria di vignaioli che lavora esclusivamente le proprie uve e vende solo i propri vini: non acquista dunque uva né vino con finalità commerciali, perché le uve le coltiva direttamente nelle sue terre e i vini ne sono diretta conseguenza.

Il successo della FIVI

Il successo dell’organizzazione deriva in primis dalla Mission di FIVI. Ogni anno i soci aumentano (oggi sono più di 1300), simbolo di un vero e proprio movimento di crescita che porta sempre più realtà a sentire il bisogno di rappresentanza e tutela. Al centro di questa filosofia c’è sicuramente la figura del Vignaiolo, essenziale per dimostrare a chi acquista vini indipendenti l’importanza che hanno territorio e persone nella realizzazione di un vino. Il luogo è un qualcosa da preservare e salvaguardare, e il vignaiolo indipendente è colui che se ne fa custode, molto spesso seguendo percorsi familiari di generazioni.

Inoltre, FIVI organizza eventi per celebrare, condividere e ampliare la rete creata a partire da quel luglio 2008. Importantissimo è il mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, un evento dove è possibile scoprire, degustare e acquistare direttamente dai produttori FIVI. L’ultima manifestazione del 2021 ha accolto oltre 20mila persone, con 670 espositori. La prossima sarà l’undicesima edizione, e si terrà sabato 26, domenica 27 e lunedì 28 novembre 2022, sempre a Piacenza, importante snodo commerciale e punto di riferimento nel mondo FIVI per appassionati ed esperti di settore.

Perciò, che cos’è la FIVI? Risponderemmo così: se il vino è un viaggio, allora – potremmo dire – la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti è il mezzo su cui viaggiano coloro che decidono di prendere la strada più lunga, quella meno battuta. Per godersi il viaggio in comodità serve informazione, tutela, e rete. Questo è molto altro sono l’organizzazione FIVI.

 

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