FlorWine 21 Settembre, 2022
Complice un’attenzione in continua crescita nei confronti dell’ambiente e della salvaguardia del nostro – ormai debole – ecosistema, negli ultimi anni si è sviluppata sempre con più forza una tendenza alla produzione vitivinicola priva di chimica e sussidi tecnologici. L’agricoltura biodinamica, al momento dotata di un disciplinare che ne regolamenti le procedure solo in Francia, è la corrente più “esoterica” in questo senso: ma cos’è il calendario biodinamico di Maria Thun e come bisogna seguirlo?
La definizione completa e corretta di agricoltura biodinamica recita: “la biodinamica rappresenta un approccio etico-spirituale-ecologico all’agricoltura, agli orti, alla produzione alimentare ed alla nutrizione”. Ma cosa significa tutto questo nella pratica?
La biodinamica – basata principalmente sul concetto di allevamento a ciclo chiuso, autosufficiente a sé stesso, e sullo stretto rapporto che intercorre tra la Terra e la Luna – muove i suoi primi passi negli anni ’20 del secolo passato. A dar vita a questa corrente di pensiero fu il filosofo Rudolf Steiner. Sotto richiesta di due giovani studenti naturalisti, prova nel 1922 a spiegare come la natura potesse auto-sostenersi senza dover ricorrere alla chimica durante i processi di coltivazione, facendo affidamento solo su se stessa e sui movimenti astrali.
Questa tipologia di agricoltura, quindi, si concentra solo sull’utilizzo di ciò che la terra naturalmente produce. Abolita il più possibile la chimica, la fertilità del suolo è dovuta unicamente alla correlazione di tutti gli esseri viventi presenti nell’ecosistema su cui si interviene. Il terreno viene nutrito e accudito unicamente con composti organici a base di elementi biologici e naturali come propoli, oli essenziali, concime ecc.
I due preparati più utilizzati dagli agricoltori biodinamici di tutto il mondo sono i famosi Corno Silice e Corno Letame, definito anche Preparazione 500.
A indicare le corrette tempistiche e i periodi migliori per ogni processo lavorativo è proprio la Luna, con i suoi cicli e i suoi transiti nelle costellazioni.
Mentre il Professor Steiner forniva i primi concetti di agricoltura biodinamica, Maria Thun nasceva in Germania da padre e madre agricoltori. Le teorie del filosofo hanno quasi sicuramente contribuito, quindi, allo sviluppo del calendario considerato oggi come manifesto del movimento biodinamico.
Maria Thun studiò con attenzione quasi maniacale le conseguenze dei movimenti astrali nel corso delle varie fasi lunari. Dopo diversi anni – nel 1963 – raggiunse una tesi che sostiene con fermezza l’influenza di questi spostamenti sulla semina e sulla crescita di pianta e frutto.
Secondo il calendario biodinamico di Maria Thun, ogni costellazione agisce su un diverso elemento terreno, che a sua volta influisce su un diverso momento della maturazione della pianta. Il passaggio della Luna nelle varie costellazioni, inoltre, sembrerebbe influire anche sulle percezioni organolettiche che si colgono durante la degustazione del vino. Quindi, non solo sulle sue fasi di produzione. A seconda del momento – o, per parlare più “biodinamicamente”, della fase lunare – in cui viene bevuto, il vino può esprimere diverse peculiarità e sentori variegati e distanti.
La Terra è l’elemento associato alla radice, l’Acqua alle foglie, l’Aria al fiore e il Fuoco al frutto. Secondo il calendario, i giorni di frutta e fiore – quindi i periodi in cui la Luna transita nelle costellazioni dei segni di Aria e Fuoco – sono i migliori per degustare un buon vino biodinamico.
La veridicità del calendario biodinamico di Maria Thun e della filosofia biodinamica nella sua totalità non è mai stata scientificamente provata. Le forti influenze che la Luna impone agli elementi terrestri come l’acqua sono tuttavia certe ed empiriche.
Ciò che forse realmente conta è che fare un tentativo non nuoce alla salute. Provate quindi, per le vostre prossime bevute, a seguire le indicazioni del calendario biodinamico di Maria Thun e a verificare se la qualità subisce effettivamente delle modifiche.
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