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Il Brunello di Montalcino è uno dei più famosi vini rossi del mondo. Nato grazie alla lungimiranza della famiglia Biondi Santi, rappresenta i grandi vini rossi italiani, di corpo, austeri, capaci di sfidare il tempo.

La Toscana, terra di Sangiovese, si fa palco per uno dei più piacevoli ed entusiasmanti spettacoli enologici della storia.
Ma esiste il Brunello di Montalcino naturale? Scopriamolo insieme.

Come nasce il Brunello di Montalcino

La Toscana è una delle regioni italiane più famose del mondo per la produzione di vino. La sua naturale predisposizione alla viticoltura è da sempre nota. Furono gli Etruschi a dare il via alla lunghissima tradizione vinicola toscana, iniziando a produrre vino già a partire dal VII secolo a.C.

Ma chi ha inventato il Brunello di Montalcino? La nascita di questo grande vino avviene grazie a un membro della famiglia Biondi Santi. Clemente Santi era un farmacista ed esperto di tecniche agricole. Fu lui a decidere di provare a realizzare un vino rosso, quando invece a spopolare, per Montalcino, era il Moscadello, vino bianco dolce adatto a ogni palato.

Clemente decide di presentare il suo vino al pubblico per la prima volta nel 1965 alla Fiera Agricola di Montepulciano. Brunello, nome che qui venne presentato per la prima volta, era l’appellativo con cui nella zona chiamavano le uve a bacca rossa con cui veniva prodotto il vino. Successivamente si scoprì poi che Brunello e Sangiovese erano la stessa cosa.

Il merito di aver permesso a questo vino di essere conosciuto in tutto il mondo come uno dei migliori rossi mai prodotti fu del nipote di Clemente, Ferruccio Biondi Santi. La sua grande passione per il mondo del vino e della viticoltura gli permisero di dedicarsi totalmente alla produzione del Brunello e alla sua valorizzazione, anche fuori dai confini regionali.

La Brunello di Montalcino DOCG è stata creata nel 1980. Si tratta di una denominazione che oggi produce 7 milioni di bottiglie l’anno, più della metà esportate all’estero.

Come si produce il Brunello?

Il Brunello è un vino rosso di grande struttura e potenza. Le vigne si trovano sulla dolce collina del comune di Montalcino, distribuite su un’area di circa 3500 ettari. I suoli, essendosi la zona formata in periodi geologici diversi, hanno caratteristiche variabili a seconda della zona in cui ci troviamo. Il clima è un elemento fondamentale per Montalcino: tipicamente mediterraneo, grazie alle sue caratteristiche miti, permette alle uve di Sangiovese di maturare lentamente, fino al raggiungimento del grado perfetto.

Le varie esposizioni delle vigne disposte ai versanti della collina fa si che in un territorio relativamente limitato siano presenti numerosi microclimi diversi l’uno dall’altro, nonostante la vicinanza.

L’unica uva concessa per la produzione del Brunello è il Sangiovese. Una delle caratteristiche di questo vino è il lungo periodo di affinamento necessario prima della messa in commercio. Il Brunello, infatti, deve affinare per almeno 5 anni prima di essere immesso al mercato, che diventano 6 nella versione riserva. Di questi 5 anni, il vino deve affinare in botti di rovere per almeno 2 anni.

La longevità del Brunello di Montalcino è forse la caratteristica che più lo rende prestigioso e ricercato nel mondo. Un vino che non teme il tempo ma che anzi, ne ha bisogno per raggiungere i più alti livelli qualitativi.

Quali sono le caratteristiche del Brunello?

Brunello è sinonimo di austerità, struttura, corpo, tannini e legno.

Il Sangiovese è un vitigno le cui caratteristiche sono fortemente influenzate dal territorio in cui cresce e si sviluppa. Il tipo di suolo e il clima di ogni zona di produzione determinano vini talvolta più rustici, talvolta di estrema finezza ed eleganza. Il grande vino rosso di Montalcino è uno degli esempi più longevi e raffinati di come il Sangiovese può essere interpretato.

Il suo colore rosso rubino è intenso e tende ad assumere sfumature granate con il passare del tempo. I profumi che caratterizzano il Brunello sono in genere di piccoli frutti rossi, ciliegie, note balsamiche. L’affinamento in legno e in bottiglia poi, aprono a una palette di sentori terziari che spaziano dalle note di cuoio e caffè fino a quelle di pelle, animale, sottobosco.

L’acidità vigorosa e i tannini solidi caratterizzano il sorso. Le componenti dure vengono bilanciate da una buona gradazione alcolica e grande concentrazione del frutto. L’affinamento in legno e la fermentazione malolattica permettono di lavorare sulle durezze del sangiovese, ammorbidendo il vino.

Grande vino significa grandi piatti: il Brunello si abbina bene a portate di struttura, che sappiano reggere la complessità e il corpo del re dei vini toscani. Carni, arrosti, selvaggina e formaggi a lunga stagionatura sono i compagni ideali.

Quali sono i migliori produttori di Brunello di Montalcino naturali?

Nel territorio di Montalcino ci sono circa 250 produttori. Tra di loro, alcuni hanno scelto di dedicarsi a un tipo di agricoltura totalmente sostenibile e rispettosa del territorio.

Una delle più famose e apprezzate cantine naturali di Montalcino è il Paradiso di Manfredi. Il nome deriva da Manfredi Martini, uno dei fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino, familiare di colui che gestisce oggi l’azienda, Florio Guerrini. Insieme a Rossella, sua moglie, Florio coltiva circa 3 ettari di Sangiovese Grosso, qui chiamato Brunello, seguendo i principi della biodinamica. Una cantina storica, simbolo di tradizione, che da sempre entusiasma i palati dei più appassionati di Brunello.

Francesca e Margherita Padovani sono le due sorelle che gestiscono la cantina Fonterenza. La loro infanzia l’hanno trascorsa a Montalcino e qui hanno deciso di trasferirsi. Coltivano poco più di 4 ettari, nella parte sud/sud-est, utilizzando solo pratiche proprie della filosofia biodinamica e senza l’utilizzo di prodotti chimici invasivi. Fermentazioni spontanee e assenza dell’utilizzo di coadiuvanti enologici caratterizzano i vini di Fonterenza, estremamente territoriali e puri. Tra i più conosciuti Brunello di Montalcino naturali.

Podere Sante Marie nasce a metà degli anni ’90. Marino e Luisa gestiscono le loro vigne, distribuite su diversi appezzamenti, prestando particolare attenzione alla loro salute e alla biodiversità. Nel 2005 esce il loro primo Brunello. Colleoni rappresenta un inno alla natura e alla sua autonomia vitale. Vini autentici e ricchi di personallità, capaci di incarnare la natura più selvaggia e gentile del territorio di Montalcino.

Kalyna Temertey Canta e il marito Pierre Jean Monnoyer hanno ereditato Casa Raia da Ludmilla Temertey. Dopo aver lavorato al fine di recuperare e ripristinare le vigne della tenuta, iniziano la loro attività vinicola, per la produzione di Brunello. La loro filosofia è rispettosa del territorio e della materia prima. In vigna si lavora seguendo i principi dell’agricoltura biodinamica. Allo stesso modo in cantina i vini fermentano spontaneamente e non si interviene con metodiche invasive che possano alterare la qualità della materia prima e le sue caratteristiche varietali. Un’altra azienda che ha deciso di lavorare in maniera sostenibile, mostrando la grandissima e spontanea vocazione del territorio alla vinificazione.

Podere Le Ripi rappresenta una meravigliosa realtà vinicola di Montalcino resa tale da Francesco Illy. L’azienda è stata curata nei minimi dettagli, soprattutto per quanto riguarda la parte viticola, a cui si è data particolare attenzione tecnica. La filosofia agricola utilizzata è quella della biodinamica. La cantina è stata realizzata secondo un progetto che la rendesse sostenibile e a basso impatto: ha un ruolo fondamentale nella fase di produzione del vino, fungendo da protettrice di ogni sua fase. Ogni etichetta di Podere Le Ripi rappresenta l’incontro tra innovazione e tradizione, l’armonia della natura e il suo incontro con la mano dell’uomo.

Potete trovare qui una selezione di Brunello di Montalcino naturale, da degustare subito o da aggiungere alla vostra selezione in cantina.