I terreni vitati si trovano ad Adret, esposta a sud. Si coltiva anche su quelli tipicamente granitici che si trovano nella zona di Morgex, e infine Arnad-Montjovet e Donnas, le zone più importanti per la produzione di vini rossi valdostani prodotti da uve Nebbiolo.
La storia della viticoltura in Valle d’Aosta affonda le sue radici addirittura nell’età del bronzo, in quell’era preistorica che ha inizio nel 2200 a.c. Lo sviluppo della coltivazione della vite lo si deve tuttavia ai Romani, responsabili dello sviluppo dell’enologia valdostana. Nelle epoche seguenti l’importanza del vino valdostano crebbe costantemente, raggiungendo il suo livello massimo con il periodo napoleonico. In seguito alla Fillossera, la viticoltura valdostana subì un freno importante, e riuscì a ripartire solo alla fine degli anni ’60. Dagli anni ’80 in poi l’eccellenza vinicola del territorio non ha fatto che aumentare, portando oggi la Valle d’Aosta tra le gemme vinicole italiane.
La sua superficie vitata è molto piccola, solo 400 ettari, e ciò rende i vini valdostani un gioiello ricercato e particolarmente ambito. Il 70% della produzione avviene su territori montuosi. I vigneti si coltivano soprattutto intorno alla Dora Baltea, il fiume che percorre tutta la Valle d’Aosta. Qui i pendii coltivati risultano molto ripidi; ecco perché nella regione valdostana si parla di viticoltura eroica. Le coltivazioni avvengono grazie a terrazzamenti costruiti su muri di pietra, tutt’altro che facili da gestire.
I vini valdostani sono più altro il prodotto di vitigni autoctoni. Proprio a causa delle condizioni climatiche particolari, i vitigni valdostani sono la selezione naturale che riesce a sopravvivere meglio alle altitudini e agli sbalzi di temperatura. Tra questi, i vitigni a bacca nera vanno per la maggiore: il Fumin, il Petit Rouge, il Mayolet, il Neyret, e il Prëmetta sono le varietà più coltivate. Al loro fianco, tra i vitigni a bacca bianca valdostani più importanti, troviamo senz’altro il Prié Blanc. Il Nebbiolo viene invece coltivato a valle, chiamato, a Donnas, Picotendro, che significa “acino piccolo e tenero”.
La Valle d’Aosta non possiede DOCG, ma possiede una DOC molto interessante: la Valle d’Aosta DOC, il cui disciplinare suddivide le aree viticole in ben 9 zone. Un numero notevole, se si pensa alla dimensione estremamente ridotta del terreno vitato.
Per quanto riguarda il movimento dei vini naturali valdostani, i produttori qui recuperano antichi vitigni e coltivano seguendo una filosofia estremamente rispettosa del territorio e di tutti quei processi naturali che chiedono all’uomo di minimizzare i propri interventi. I vini eroici valdostani vanno per la maggiore, creando vere e proprie comunità di produttori piccolissimi e uniti da un unico grande amore. La Cantina di Cunèaz è l’esempio della tradizione familiare che a ogni generazione trasmette la passione per la terra. Con Nadir Cunèaz cresce la voglia di esprimere a gran voce l’importanza dei piccoli grandi vini valdostani.
Cave Du Mont Blanc - Glacier Pas Dose
La Source - Cornalin
La Source - Gamay
La Source - Syrah
La Source - Chardonnay
Cave Mont Blanc - Prie Blanc
La Source - Petite Arvine
La Cantina di Cuneaz - Pic Ten 2019
La Cantina di Cuneaz - Grandgosier 2020
La Cantina di Cuneaz - Boton d'or 2020