Denny Bini inizia la sua storia di vigneron prendendo in affitto solamente un appezzamento di mezzo ettaro dal nonno per piantare le sue vigne. Adibisce queste terre alla coltivazione di uve locali, principalmente Lambrusco. Il suo approccio è artigianale, legato alle tradizioni contadine del territorio di origine. Oggi Denny aggiunge al suo podere 2 ettari e mezzo vitati in zone più collinari rispettivamente tra i 250 e i 500 mt di altitudine suddivisi tra i comuni di Quarto Castella, Albine e San Giovanni di Querciolo.
I vini del Podere Cipolla racchiudono l’essenza del legame del loro produttore con un territorio ricco di biodiversità. Oggi Denny Bini coltiva le sue vigne in tre ettari, seguendo un principio di agricoltura biologica. Il vigneto viene curato nel pieno rispetto dell’ambiente, secondo le tradizioni locali.
Le varietà di uve che possiamo trovare sono quelle tipiche del territorio reggiano: Malbo Gentile, Spergola, Malvasia e la grande famiglia dei Lambruschi (Grasparossa, Salamino, Maestri, Sorbara e Montericco).
Le viti crescono in un ecosistema estremamente variegato: il terreno è di tipo argilloso, di medio impasto, con la presenza di sabbie e ghiaia. L’esposizione è a sud a circa 150 mt di altitudine.
I vini di Podere Cipolla fermentano con l’ausilio di lieviti indigeni e rifermentano in bottiglia spontaneamente senza l’utilizzo di autoclave, come avviene nel metodo Charmat. Il prodotto finale non è filtrato né chiarificato.
I vini di Denny sono decisi, schietti, raccontano a gran voce il territorio, la tradizione enogastronomica reggiana, ma soprattutto la passione del loro produttore. Dai Lambruschi succosi e rustici, alle profumate Malvasie, questi vini non sono studiati per essere precisi, ma sono comunque perfettamente in grado di fare parlare direttamente la terra e l’uva in maniera anticonvenzionale.
Sono vini che possono conservarsi nel tempo senza necessitare di aggiunta di solfiti. Curiosi sono i nomi delle etichette: prendono il nome dai venti citati dall’antica tradizione contadina.
