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Alionza

Se stai pensando ai vitigni a bacca bianca, l’Alionza è certamente uno dei più noti dell’Emilia Romagna, dall’origine fortemente dibattuta e risalente a diversi secoli indietro.
Si tratta di una variante ora esportata in ogni zona del Paese, che si osserva soprattutto nell’area di Modena e di Bologna, dove trova il terreno migliore e il clima ideale per lo sviluppo.

 

Non si conosce esattamente l’etimologia della parola Alionza, anche se la storia suggerisce che potrebbe essere un nome greco data la provenienza plausibile del vigneto.
Alcuni la collocano addirittura nell’alta toscana, anche se non sembrerebbe un termine dialettale legato al fiorentino antico.
Questa variante è stata nella storia spesso definita anche Schiava, un termine generico che stava a indicare una provenienza slava.

 

Si sente parlare per la prima volta di Alionza nel lontano XIV secolo, quando si inizia a indicare questo termine in relazione al vino da tavola bianco, che viene servito durante ogni pasto.
Una scuola di pensiero ritiene che i primi vitigni di questo tipo siano sorti in Grecia, patria di molte note varietà, mentre un’altra colloca in alta Toscana la paternità di questo tipo di pianta, che si caratterizza per acini bianchi e succosi.
Oggi puoi incontrarla soprattutto a Modena e Bologna, sita in collina per un migliore sviluppo.

 

Per poter coltivare correttamente l’Alionza, è necessario in primo luogo spostarsi in collina, poiché il clima desiderato non è eccessivamente arido in estate e nemmeno troppo freddo in inverno.
La pianta teme le gelate, mentre apprezza un clima ventoso e leggermente umido come quello della bassa Pianura Padana.
Per quanto concerne il terriccio, questo dovrebbe avere prevalentemente una composizione di tipo argilloso, con elementi calcarei e una buona tenuta all’erosione.
La potatura dovrebbe essere lunga e la raccolta degli acini avvenire attorno al mese di ottobre.

 

Uno dei vini maggiormente apprezzati sulle nostre tavole è l’Emilia IGT, che ha ottenuto importanti riconoscimenti per la sua composizione e le caratteristiche organolettiche.
Si tratta di un vino dal colore molto intenso, giallo paglierino, che risulta al palato abbastanza fresco.
Si sposa per questo motivo con primi di pesce, di carne o pietanze estive e delicate, poiché non ne sovrasta il sapore ma lo asseconda con le sue note.
Il vitigno Alionza da luogo a una bevanda magra e sapida, dal retrogusto leggermente fruttato e aromatizzato agli agrumi, scorgendo anche un bouquet di fiori e fieno decisamente gradevole al palato e all’olfatto.

 

L’uva del vitigno Alionza è facilmente riconoscibile se pura, poiché presenta un acino succoso e leggermente allungato, dalla buccia spessa e pruinosa e dall’interno morbido.
Il sapore è molto fresco e aromatizzato, apprezzando immediatamente un sentore di limone e di erba appena tagliata.
Parliamo di una bevanda delicata, che non copre gli altri sapori ma scende leggera in gola, con un grado alcolico nella norma e piacevole se servita a una temperatura di frigorifero.

 

Molto apprezzato nel corso del XIV secolo, questo vino era il preferito degli italiani in tavola, chiamato schiavo per la sua possibile origine slava.
La produttività è infatti molto elevata e costante, pertanto non ha mai creato problemi dal punto di vista della coltivazione, resistendo a climi variabili pur preferendo quelli miti e soprattutto gli inverni non troppo rigidi.

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