Carmenere

Il Carmenere è un vitigno a bacca nera proveniente dalla Francia, più specificatamente dalla zona di Bordeaux. È caratterizzato da acini di forma sferoidale con buccia pruinosa e consistente.
Si tratta di uno dei vitigni più apprezzati non solo dagli appassionati, ma anche dai meno esperti, grazie alla capacità di produrre vini sontuosi ed eleganti, caldi e dal gusto avvolgente.

L’origine del nome di questo vitigno non è chiara, ma si pensa possa derivare dal termine carminio, a causa del colore intenso dei suoi vini.
La traduzione, infatti, significa cremisi e descrive perfettamente la tonalità rosso rubino della bevanda che se ne ricava, caratterizzata da riflessi brillanti e accentuati.
A seconda della zona di riferimento, il Carmenere è anche chiamato Biturica o Grand Vidure.

La storia del Carmenere pala di un vitigno vagabondo, di provenienza bordolese ma di probabile origine albanese. Come tutti i vitigni di questa zona, si narra della selezione vitis biturica, coltivata in tempi molto antichi dai Biturigi, una tribù celtica particolarmente importante.
Prima che il flagello della filossera si abbattesse sulle coltivazioni, il Carmenere era estremamente diffuso in tutta l’area di Bordeaux, soprattutto per essere utilizzato in blend con altri vitigni ma, pian piano, andò in disuso a causa della sua lenta maturazione.
Grazie alla sua esportazione in Sud America, negli anni ’70 il Cile divenne uno dei maggiori produttori di Carmenere.

Come detto, il Cile oggi è la zona d’elezione per la coltivazione del Carmenere e ciò dipende da un insieme di fattori favorevoli, tra cui il clima caldo, addolcito dalla presenza di una dolce brezza proveniente dall’oceano, con piogge rare e di media intensità. Ciò permette, infatti, che gli acini maturino lentamente fino ad autunno inoltrato.
D’altro canto, la presenza di un eccessivo grado di calore è da scongiurare, in quanto influirebbe sul gusto del vino, rendendo i livelli alcolici decisamente troppo elevati.
Per quanto riguarda il terreno, il suolo ideale deve essere ben drenato, ricco di rocce e argilla.

In Italia, la produzione di vini derivati dal Carmenere si concentra principalmente nella regione del Friuli Venezia Giulia e in Veneto, dove troviamo, rispettivamente, le denominazione DOC Lison-Pramaggiore Cabernet e Montello Rosso DOCG.
Sempre in Veneto, sono molto apprezzati anche il Breganze DOC, i Colli Trevigiani IGT e il Conselvano IGT.
Ci sono produzioni importanti pure nella vicina Lombardia, con i suoi Curtefranca DOC e Garda DOC, così come in Trentino Alto Adige, dove spicca il Mitterberg IGT.

Così come suggerisce il suo nome, dal vitigno Carmenere origina un vino caratterizzato da un vivace color rosso rubino, il cui bouquet è particolarmente ricco e raffinato: all’olfatto si distinguono nettamente sentori di frutta matura, sferzati da spezie ed erbe aromatiche, in un sottofondo floreale, quasi balsamico, con tracce di resina e di eucalipto.
In bocca è pieno, estremamente tannico ma non prepotente, grazie al calore che avvolge il palato e che lo rende dolce e corposo. Il retrogusto è ricco, con note di rabarbaro, di sapori vegetali di rosa, fruttato e legnoso nel finale, specialmente se trovato in Blend con il Cabernet Sauvignon.

Attualmente, in Francia la coltivazione del Carmenere è stata quasi del tutto abbandonata, mentre lo ritroviamo in abbondanza in Sud America, con particolare riferimento al Cile.
Questo vitigno ha viaggiato parecchio, arrivando fino in Nuova Zelanda, passando ovviamente anche per l’Italia, dove trova terra fertile nelle regioni settentrionali del Veneto e del Friuli, così come in Franciacorta.