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Falanghina

La Falanghina nasce in Campania, in particolare nella zona dei Campi Flegrei, la cui coltivazione arriva a occupare circa il 5% dell’intero territorio regionale. Nonostante debba competere con colossi della portata del Fiano di Avellino o del Greco, la origini storiche della Falanghina lo rendono uno dei vitigni più antichi del nostro Paese.
Si tratta di un vitigno a bacca bianca molto amato e rinomato in tutto il territorio nazionale, oggi utilizzato anche nella produzione di spumanti con le stesse denominazioni di origine.

 

Il nome del vitigno Falanghina sembra derivare dal suo portamento ampio a ricaduta, tanto che si era costretti a legare la pianta a pali di sostegno detti falange. Si tratta, infatti, di un tipo di vite i cui tralci devono necessariamente essere sorretti da appositi supporti, in modo da favorirne la crescita e la maturazione dei frutti.

 

Sono molte le ipotesi che fanno risalire la Falanghina ai primi coloni che fondarono la Magna Grecia, i quali ebbero il merito di portarla nel territorio dei Campi Flegrei. Secondo questa ipotesi, il nome del vitigno verrebbe ricondotto all’antico Falerno, il vino più diffuso in epoca antica ed esaltato anche da scrittori, poeti e imperatori romani.
Questi studi vengono avvalorati anche dal fatto che, ancora oggi, a Caserta e in tutta la provincia circostante, la Falanghina viene chiamata anche Falernina o Uva Falerna, sottolineandone così le sue origini remote.

 

La Falanghina si adatta a qualsiasi tipo di terreno, prediligendo però quelli collinari, caratterizzati da temperature calde e clima secco e asciutto.
In particolare, in Campania vengono coltivate due tipologie: la prima è quella dei Campi Flegrei, diffusa su tutto il litorale e nella provincia di Napoli, la seconda, invece, è quella del Sannio che include tutta l’area del beneventano. Quest’ultima è caratterizzata da ampie colline che degradano dolcemente fino a fondovalle, facilitandone così la diffusione.
I sedimenti sono contraddistinti da arenarie e e argille, perfetti per questo tipo di piantagioni.

 

I due diversi biotipi del vitigno Falanghina non solo differiscono per la zona di coltivazione, ma anche per le loro caratteristiche stilistiche. La Falanghina Flegrea la ritroviamo in purezza nella DOC Falerno del Massico Bianco, Campi Flegrei Falanghina e Galluccio Bianco, mentre nelle nelle DOC Campi Flegrei Bianco, Capri Bianco, Penisola Sorrentino Bianco, Costa d’Amalfi Bianco e Lacryma Christi del Vesuvio Bianco è in blend.
La Falanghina Beneventana, invece, è più acida e strutturata e si trova nelle DOC Guardia Sanframondi, Taburno, Guardiolo, Sannio, Solopaca e Sant’Agata dei Goti.

 

Il vitigno Falanghina produce un vino con un caldo colore giallo paglierino e lievi riflessi verdastri, che si rivela morbido e delicato al palato, oltre a essere molto fresco e dotato di un ottimo grado di acidità. Il tessuto gustativo è molto ampio, con ritorni speziati di pepe, leggermente affumicati nel finale.
Dal punto di vista olfattivo, si percepiscono sentori floreali e aromi fruttati, sferzati da note minerali che rivelano l’origine vulcanica del sottosuolo di origine.

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