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Moscatello Selvatico

Il Moscatello Selvatico è un vitigno a bacca bianca autoctono della Puglia, registrato ufficialmente dal 1981 nel Catalogo nazionale varietà di vite. L’estensione dei vitigni si aggira intorno ai 35 ha, fa parte della famiglia dei Moscati e viene usato come base per vini passiti e spumanti.

 

Riguardo l’origine del nome vi sono alcune teorie che vanno in contrasto tra di loro e che si legano strettamente alla tipologia di uva utilizzata per produrre questo vino. A parere di alcuni studiosi, il Moscatello selvatico farebbe parte della famiglia dei Moscati, specialmente vicino al Moscato d’Alessandria. Tuttavia, il termine “Moscatello” andrebbe legato all’aromaticità dell’uva, molto simile a quella dei Moscati.

 

La storia del vitigno del Moscatello selvatico è molto antica. Sembra, infatti, che le sue origini vadano fatte risalire al bacino del mediterraneo, intorno al VII-VII secolo a.C.. La sua origine viene ricondotta ai coloni della Magna Grecia che portarono con loro i semi di queste uve per poterle coltivare in Italia. La sua produzione nacque e si sviluppò al Sud, ma oggi è trovabile anche in Toscana.

 

Il Moscatello selvatico si coltiva nei territori pugliesi, in particolare tra le Murge e la Conca di Bari, da Barletta a Monopoli. Per lo più il terreno si presenta argilloso e limoso, quindi ricco di nutrienti e minerali. Vi è anche una cospicua presenza di pietrisco siliceo e humus. Il vigneto ha caratteristiche ampelografiche ben definite. Presenta principalmente foglie piccole, orbicolari, pentalobate e trilobate. I grappoli sono molto lunghi, di media grandezza e solitamente presentano una o due ali. Il grappolo del Moscatello selvatico presenta acini medi di forma sferoidale e la buccia sfuma tra le tonalità di verde e giallo.

 

Il vino pugliese che si produce grazie all’impiego delle uve del vitigno Moscatello Selvatico risulta fresco al palato e di colore giallo paglierino. Essendo l’uva molto dolce, i vini solitamente presentano note agrumate, di camomilla e mele renette. Il sapore è molto fresco e delicato. Due vini da menzionare sono: il Moscatello di Trani DOC e il vino toscano Moscatello di Montalcino DOC. Viene utilizzato anche per produrre ottimi vini passito, tra cui il Moscatello Selvatico Passito Salento IGT. Inoltre, troviamo tali uve anche in vini spumanti profumati, fragranti e spesso risultato di tecniche di spumantizzazione artigianale che utilizzano il metodo ancestrale.

 

Sebbene i numerosi dibattiti, a oggi il Moscatello selvatico è inserito nella famiglia dei Moscati. I dubbi a riguardano nascono poiché le uve del Moscatello presentano caratteristiche ampelografiche diverse da quelle dei Moscati. Grazie ad approfondite ricerche condotte con l’analisi del DNA, è stato possibile provare che le uve del Moscatello derivano da due specifici vitigni: il Moscato Bianco e il Moscato D’Alessandria, cui il Moscatello Selvatico è direttamente imparentato.

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