Il Passerina è un vitigno a bacca bianca autoctono dell’Italia centrale, diffuso soprattutto nelle regioni di Marche e Abruzzo, le cui origini incerte sono associate anche alla provincia di Frosinone. Si tratta di un vitigno forte, dalla buona resa, i cui mosti sono caratterizzati da un’alta concentrazione zuccherina e da una forte acidità che conferisce al vino una certa versatilità.
Così come le origini del vitigno del Passerina, anche quelle del nome di questo vino sono alquanto incerte: l’ipotesi più diffusa a riguardo associa la denominazione “Passerina” proprio ai passeri, i quali sembrano apprezzare particolarmente gli acini d’uva che danno origine al vino in questione.
Sebbene si sappia ancora poco riguardo le sue vere origini, il Passerina è ritenuto un vitigno molto antico che affonda le sue radici principalmente nei territori marchigiani e abruzzesi, e nella provincia di Frosinone, dove in passato la sua uva era ampiamente utilizzata solamente in combinazione con altre uve. Con il tempo si è riscoperta e apprezzata la qualità e l’abbondante produzione del Passerina, per anni erroneamente confuso con il Trebbiani.
Dal 1971 il Passerina è ufficialmente registrato nel Catalogo nazionale varietà di vite e, ad oggi, la sua superficie coltivata a livello nazionale è pari a 895 ha.
Il Passerina si coltiva principalmente nelle regioni dell’Italia centrale di Marche e Abruzzo, dove il terreno si presta ad ospitare questo vitigno e l’aria di mare aggiunge quel piacevole tocco di sapidità in più.
Il territorio che ospita il Passerina è composto da colline situate a 200/300 metri sul livello del mare e presenta un terreno essenzialmente calcareo e sabbioso. Il vitigno presenta foglie di grandezza media dalla forma pentagonale e grappoli dalla forma conica o piramidale dalla maturazione tardiva. Gli acini sono caratterizzati da una buccia spessa e resistente dal colore verde-giallo e dalla forma sferica.
Il Passerina è diffuso sia in purezza che in assemblaggio, per conferire una spinta in più ad altri vini, come avviene con il Pecorino.
Tra le denominazioni marchigiane più diffuse e apprezzate di questo vitigno rileviamo il Falerio dei Colli Ascolani DOC e l’Offida Passerina DOC. Quest’ultimo è presente sul mercato anche nelle versioni di Vin Santo, Passito e Spumante.
Per quanto riguarda le denominazioni abruzzesi, il Passerina è presente dal 15 al 40% nel Controguerra Bianco DOC, anche in versione passito, e nel Controguerra Passerina DOC. Nel Lazio troviamo invece la versione del Passerina del Frusinate IGT.
I vini del Passerina presentano in purezza un colore giallo paglierino dalle sfumature verdi. Per quanto riguarda le sensazioni olfattive sprigionate, queste variano dagli aromi fruttati tropicali a quelli agrumati con note speziate, mielate ed erbacee. I vini dolci del Passerina presentano note aromatiche di frutta secca, alternate a caramello e vaniglia. La componente acida lo rende invece un vino versatile, ottimo per l’invecchiamento.
A causa della promiscuità dei vitigni, in passato, il Passerina nel Piceno era confuso con il Trebbiano ed era qui denominato “Pagadebit” in quanto, grazie alla sua abbondante produzione e alle vendemmie generose, garantiva ottime entrate ai contadini locali. Oggi, il Passerina gode di prestigio anche in purezza e di denominazioni DOCG e DOC sia nelle Marche, che in Abruzzo.
Vini Aurora - Falerio
La Valle del Sole - Marche Passerina
Maria Ernesta Berucci - Raphael Passerina del Frusinate
Clara Marcelli - Raffa
Piana dei Castelli - Deanike 2014
Vigneti Vallorani - Avora 2020