Colleoni - Selvarella 2019

Note di degustazione e abbinamenti

Siamo a Montalcino, in località Santa Maria. Qui, Marino Colleoni e sua moglie Luisa iniziano nell’anno 2000 il loro progetto, dopo aver per caso scoperto che i terreni da loro acquistati in precedenza ospitano vecchie vigne di Sangiovese atto a Brunello. Da quel momento acquistano altri terreni, per un totale di 3 ettari, e conducono la loro quotidianità nel pieno rispetto degli equilibri della natura, in maniera non interventista. Le uve da cui il Selvarella è ottenuto nascono in vigne che si trovano all’interno di un bosco che si trova in Val d’Orcia, appena sotto Ripa d’Orcia. Qui la vegetazione è molto fitta e piuttosto selvaggia. La zona, posta vicino al monte Amiata, di origine vulcanica, è caratterizzata dalla presenza di sedimenti della stessa origine, ricchi di sodio che conferisce salinità alla materia. Le vigne vivono in perfetto equilibrio con l’ecosistema che le circonda: non subiscono nessun tipo di trattamento chimico né cimatura ma solo piccole quantità di rame o sistemici solo in caso di necessità. In cantina le uve effettuano fermentazione tumultuosa in legno grazie alla presenza di lieviti indigeni. Successivamente, dopo breve macerazione, il vino matura in acciaio e affina in bottiglia. Nel bicchiere il vino ha un colore rosso rubino vivo, intenso. Il naso sprigiona sentori di frutta rossa fresca: fragola, ciliegia, mirtillo, mora e prugna. Seguono sentori legnosi e vegetale. In bocca il liquido esprime estrema vivacità e pulizia, da acquolina in bocca! Perfetto in abbinamento a salumi e formaggi, secondi piatti a base di carne o semplicemente come aperitivo. Un vino dalla natura, che gioca con il contrasto tra un naso complesso e austero e un palato fresco e leggiadro.