Manuel Pulcini - Bercio del Sirca 2020

Note di degustazione e abbinamenti

Il vino bianco Bercio del Sirca prodotto da Manuel Pulcini è ottenuto dall’assemblaggio di differenti uvaggi autoctoni a bacca bianca. Da Roma alla Toscana per amore del vino; Manuel Pulcini si trasferisce giovanissimo a Pisa per studiare presso la facoltà di Enologia della città, terminando il percorso a pieni voti ed immergendosi immediatamente nel mondo vitivinicolo attraverso numerose collaborazioni con cantine affermante e prestigiose. Durante questi anni, il vigneron sviluppa la sua personale idea di vino, che deve rappresentare sia le tradizioni tipiche che le innovazioni moderne. In vigna e in cantina Manuel segue i dettami dell’agricoltura biodinamica, che prevedono un trattamento dei terreni – estesi su circa 2,5 ettari nel suo caso - minimamente invasivo e svolto unicamente con l’ausilio di composti organici e naturali. Anche in cantina si prediligono unicamente fermentazioni spontanee e lieviti indigeni. Bercio del Sirca – “l’urlo dell’avido” in dialetto toscano – è un vino bianco prodotto con un blend di uvaggi autoctoni a bacca bianca. Questa etichetta è il “laboratorio” nel quale Manuel sperimenta ogni anno insieme agli studenti della facoltà di Pisa, utilizzando sempre con uvaggi differenti e modificando di volta in volta tempi e procedure di vinificazione. La fermentazione viene svolta in parte con metodo a vasca scolma e in parte – a seguito di una breve macerazione a contatto con le bucce – spontaneamente. L’affinamento delle due parti unite viene svolto in acciaio per circa sei mesi. Manuel Pulcini dà vita ad un vino bianco che si presenta al calice di color giallo paglierino vivace e molto chiaro, accompagnato da un ricchissimo bouquet che spazia dalle note di frutta fresca e fiori bianchi a quelle tropicali e sapide. Il sorso, infine, ricco e corposo; a caratterizzarlo è una natura minerale e sapida, elementi che si fondono insieme nella sua innata freschezza. Bercio del Sirca è un vino che vuole esprimere libertà e che va quindi degustato al termine di una faticosa giornata, quando l’aperitivo chiama.