Montecorneo 570 - Hambre

Note di degustazione e abbinamenti

Montecorneo 570 si trova a 8 chilometri da Perugia, nella località di Sant’Andrea d’Agliano, una frazione piccolissima dove vivono una ventina di abitanti. Qui, al civico 570 si aprono le porte della famiglia Gallina. Vignaioli da generazioni, sono riusciti a dare nuova vita ai propri vigneti, e dal 2010 coltivano a regime biologico. Hambre è il vino più audace della famiglia. Il nome, “fame” in spagnolo, deriva da quella sensazione di mancanza che i vecchi vignaioli sentivano a ogni abbandono delle uve dopo la pressatura soffice. Dove va a finire l’essenza dell’uva? Perché si deve eliminare una parte di questo frutto magico? Da qui, l’idea di una seconda pressatura, chiamata torchiatura e svolta all’aria aperta, a stretto contatto con l’ossigeno. Si torchia quello che rimane dell’uva, che è in prevalenza buccia, ossia quella parte dove è contenuto il colore. Ed ecco spiegato l’ambrato di Hambre. Non una macerazione, non un contatto tra vino e uve. Bensì, una fermentazione senza il contatto con le bucce ma con le proprietà di queste ultime ben presenti. Il vino affina poi in cemento, sulle fecce fini. Da questo metodo all’antica la nostra fame viene saziata, e possiamo sperimentare un vino che non lascia niente al caso, stupendoci dalla vista al gusto. Di colore ambrato, Hambre di Montecorneo 570 ha un bouquet molto ricco e particolare, ricco di note terziarie che donano armonia, eleganza e finezza. Al gusto si percepisce la frutta bianca al fianco di quella candita. Abbiniamo l’Hambre di Montecorneo 570 a piatti rustici della tradizione contadina, come pasta e ceci o taglieri di salumi e formaggi tipici umbri, come il prosciutto di Norcia, il capocollo umbro e il pecorino di Norcia.