Tenuta Lenzini - Casa e Chiesa

Note di degustazione e abbinamenti

Siamo a Gragnono, in un bellissimo anfiteatro naturale dei colli lucchesi a 90 metri di altitudine sul mare. Qui scorgiamo una delle realtà più interessanti della Lucchesia, Tenuta Lenzini. Benedetta Tronci (nipote di Franco Lenzini) e suo marito custodiscono il patrimonio di famiglia, 24 ettari di natura incontaminata. Nel 2007 decidono di buttarsi in un’avventura vinicola più pura, applicando i principi della biodinamica. Questo Merlot Casa e Chiesa prende il nome da dove sono site le sue viti, tra la casa di Michele e Benedetta e la chiesa del piccolo paese di Gragnano. Queste terre argillo-sabbiose accolgono vitigni internazionali come il Merlot sin dal XVI sec, in una viva e ricca biodiversità. La loro è una filosofia produttiva che chiamano “viticoltura ragionata” e “enologia emozionata” e definiscono un approccio vinicolo che vuole un terreno sano e puro, dove l’uva cresce da sola e si riempie di sapori. In cantina l’intervento non deve essere invasivo chimicamente, perciò, evitano filtrazioni o chiarificazioni e l’aggiunta di solforosa. Anche per questo Merlot lasciano che la fermentazione avvenga nel modo più naturale possibile, senza alcun controllo delle temperature, in mastelli per 12-15 giorni. Dopo la fermentazione lasciano affinare il vino in vasche di acciaio e cemento per 24 mesi. Ne nasce un Merlot dal color rubino intenso, il cui profumo ricorda strade bianche e mani che reggono cesti pieni di more selvatiche e prugne giovani. Camminando lungo i ricordi olfattivi troviamo il bosco, il sottobosco e ci risvegliamo col piccante del pepe. Il palato è toscano, rustico e carnoso, rotondo e semplice, fresco e longevo. Il suo carattere si rafforza grazie al tannino poco timido. Una bottiglia che di Chiesa ha solo il nome e di Casa invece ha tutto. Infatti “la morte sua” sarebbe seduta a casa davanti ad un buon piatto di tagliatelle ai funghi porcini o ragù di carne.