La più grande superficie vitata al mondo è tutta spagnola: 1 milione di ettari, 200 vitigni, di cui gli autoctoni sono responsabili del 75% della produzione nazionale. Terzo produttore al mondo, la Spagna è un mercato a sé, unico nel suo genere e di lunghissima tradizione.
Con ogni probabilità, furono i Cartaginesi a portare in Spagna le prime viti. I Romani poi, che già all’epoca avevano capito quali sarebbero diventate le zone migliori al mondo, dedicarono una buona parte della loro viticoltura alla penisola iberica. Come spesso accade, è ai cristiani e alle loro abbazie che dobbiamo la consacrazione della viticoltura spagnola. Successivamente, gli scambi commerciali con gli Inglesi portarono i vini spagnoli ad un livello ancora più alto. A fine ‘800 si pensò che la tradizione enologica spagnola fosse morta: la fillossera devastò il territorio, ma la Spagna riuscì a rialzarsi. Nel 1926 nacque la prima denominazione: la Rioja. La dittatura di Franco e la Seconda guerra mondiale limitarono la distribuzione spagnola, che riprese a pieno regime negli anni ’80, specialmente nel mondo dei vini fermi e dello spumante metodo classico tipicamente spagnolo, la Cava.
Tra le regioni spagnole più importanti per la produzione di vini spiccano 6 aree geografiche: la Rioja, la Ribera del Duero, il Priorato, il Penedès, il Rias Baixas, e lo Jerez. Possiamo affermare che la Rioja, a nord del paese, è senz’altro la più famosa, soprattutto per i vini rossi, i cui vigneti principali sono il Tempranillo, la Gamacha, il Mazuelo e il Graciano. Le uve del vitigno Tinto Fino, invece, si trovano principalmente in Ribera del Duero. Per i bianchi la zona principale è la Rias Baixas, dove l’Albariño dà i suoi frutti migliori. Il Penedès è principalmente conosciuto per la Cava, e lo Jerez per lo Sherry, vino fortificato spagnolo dall’invecchiamento ossidativo.
Nelle pianure della Mancha si trova l’Airén, l’uva più coltivata della Spagna, curiosamente a bacca bianca, nonostante la produzione del paese si concentri principalmente nei vini rossi.
L’approccio a una viticoltura naturale, dalla terra alla cantina, ha convinto numerosi produttori spagnoli, come la Perdida di Nacho Gonzales e la tenuta Clot de Les Soleres. Ci piace la Spagna anche e soprattutto per la caparbietà con cui ha ridotto la maggior parte dei vitigni internazionali a favore dei vitigni autoctoni: un altro modo di dirsi fedelmente attaccata alle proprie tradizioni.
Esencia Rural - De Sol a Sol Velasco Natural
Clot de les Soleres - Pinot Noire Ancestral 2019
Partida Creus - VNR 2020