Carlotta Peso
22 Giugno, 2022
Perché li consideriamo sempre inferiori rispetto ai classici vini rossi o bianchi? Quali sono i falsi miti sul vino rosato? Inclusione e accettazione sono senza dubbio le parole più gettonate di questo decennio. In un momento storico che punta all’integrazione, sembrerebbe quindi opportuno abolire la discriminazione silenziosa – ma non troppo – che da anni viene portata avanti nei confronti del vino rosé.
Spesso considerato erroneamente “di serie B”, il vino rosato è in realtà tra i più sorprendenti e versatili prodotti del mondo enologico. Sembra quindi necessario fare chiarezza e sfatare i falsi miti che segnano la storia passata e presente del vino rosé.
Classica citazione dei palati fini che pensano che per preparare la salsa rosa sia sufficiente mischiare ketchup e maionese. Pfff! Questa credenza popolare è sicuramente uno dei motivi principali a causa dei quali il rosé ha conquistato una così cattiva reputazione.
Miscelare uve bianche e uve rosse, oltre a non essere la ricetta corretta per ottenere un vino rosato, è una pratica vietata per legge sia in Francia che in Italia. Una sola zona fa eccezione: quella dello Champagne. In questa regione, infatti, la pratica è consentita unicamente per la produzione degli spumanti.
I vini rosati quindi, a differenza di quanto si crede, vengono realizzati con l’utilizzo di uve rosse vinificate in bianco. Questo ci porta a discutere della seconda “leggenda” riguardante il rosé.
Essendo il frutto di uve rosse sottoposte a brevi macerazioni, il colore del vino rosé non si limita in alcun modo a una sola sfumatura di rosa. La gamma dei colori di questa particolare tipologia di vino spazia dal rosa tenue al buccia di cipolla, colore molto acceso e vicino al violaceo.
Se è vero che la maggior parte delle produzioni tende verso pantoni abbastanza delicati, alcuni rosati possono assumere colorazioni molto più intense in base al vitigno da cui sono ottenuti e alle tempistiche dell’invecchiamento.
Come tutti i vini e le etichette, ognuna ha la sua personalissima temperatura di servizio dettata dalle peculiarità dell’uva da cui deriva. Generalmente un vino rosato va servito ad una temperatura che si aggira tra i 10 e i 14 gradi. Se il vino viene servito ad una temperatura troppo bassa, si percepiscono in minor misura i suoi aromi e sapori, “rovinandone” il carattere originario.
La credenza che il rosé vada servito quasi ghiacciato è spesso affiancata a quella che lo dipinge come un vino estivo. Una cosa è certa: non esistono vini stagionali. Il vino rosato è spesso usato in Italia come vino da aperitivo in spiaggia mentre in altri stati come Inghilterra e Francia viene tradizionalmente selezionato per le festività invernali di Natale e San Valentino.
Questo è sicuramente il falso mito più divertente e infondato che circonda il mondo del rosé. Da dove sia nato non si sa; forse si crede ancora che il rosa sia per le femminucce e l’azzurro per i maschietti? Benvenuti nel 2022!
Gli amanti del vino rosato appartengono a ogni genere sessuale e provengono dai più disparati stati, paesi e regioni. L’unica variante che decide a chi è adatto questo vino o meno è quella del gusto: ognuno ha il suo!
Sì, la Francia mantiene il primato di maggior produttrice e consumatrice di vino rosato al mondo. Tuttavia, attualmente quasi tutti gli stati produttori di vino si dedicano anche alla vinificazione di vini rosé. Dall’Australia al Sud Africa, sembra proprio che nessuno possa rinunciare a questo nettare.
Le origini di questo vino, però, non sono così certe come sembra: la prima etichetta ufficiale italiana di rosato risale al 1943 e sembra proprio che i primi macerati sulle bucce rosé siano di origine pugliese (risalenti a ben prima del 1900).
Quest’ultimo falso mito è sicuramente legato alla reputazione del vino rosato, etichettato spesso come “scadente”. Oltre ad essere un vino di elevata qualità, il rosé non è per nulla un vino economico: come per i vini bianchi e rossi, a fare la differenza è l’etichetta che viene scelta.
Effettivamente, se teniamo conto delle difficili e lunghe procedure di vinificazione che vengono seguite per realizzarlo, il rosé presenta uno dei migliori rapporti qualità-prezzo sul mercato vinicolo. Ma guai a considerarlo un vino “cheap”! Alcune etichette superano anche i 100€ di prezzo di mercato.
Insomma, diamo al vino rosato il rispetto che si merita. In fondo, un calice pieno non si rifiuta mai.
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