Carlotta Peso
16 Giugno, 2022
Avete capito bene, non basta selezionare un bicchiere qualsiasi dalla propria credenza; la scelta del calice vale tanto quanto la scelta dell’etichetta! Qual è quindi il match perfetto per un vino bianco? E quale per un vino rosso? Vini e bicchieri: ad ognuno il suo!
Il calice è quel luogo magico dove il vino trova finalmente lo spazio di esprimersi. Il suo sviluppo termina in bottiglia, ma è solo una volta giunto nel bicchiere che può finalmente spingersi a toccare i cinque sensi di chi lo beve. La forma del calice in cui viene versato è quindi fondamentale per agevolare questo processo.
Le sfumature dei colori, degli aromi e dei sapori di ogni vino vengono esaltate proprio dalla struttura della coppa in cui viene inserito. I materiali di cui si compone il calice – uniti alla sua ampiezza e alla sua altezza – determinano i livelli di ossigenazione, la struttura e la concentrazione del vino che viene versato al suo interno.
Prima ancora di addentrarsi nella complessa e ampissima scelta del miglior bicchiere, un vero enofilo deve essere a conoscenza delle poche – seppur fondamentali – regole base per il calice perfetto.
Un buon calice – per essere definito tale – dovrebbe essere preferibilmente costituito di cristallo o di vetro molto sottile. Questo materiale, incolore e trasparente, permette di ottenere una conoscenza a 360 gradi del vino, sia dal punto di vista visivo che da quello del gusto. La capienza è un altro degli aspetti fondamentali da tenere in considerazione. Ogni vino ha bisogno di uno spazio sufficiente per poter sprigionare le sue note organolettiche e i suoi sentori. Infine, anche la lunghezza dello stelo gioca un ruolo importante nella selezione del giusto calice: questo elemento consente di mantenere la mano lontana dalla coppa e di evitare quindi di “scaldare” il suo contenuto.
Il vino bianco, generalmente giovane e fresco, richiede un calice dall’apertura più stretta rispetto al resto del suo corpo; questa caratteristica consente al vino di non disperdere il suo bouquet e di mantenere più a lungo la corretta temperatura di servizio.
La forma a tulipano guida il sorso verso la punta della lingua e successivamente ai lati della bocca, zone molto recettive rispetto alle sensazioni di dolcezza e acidità. Solo per i vini bianchi più maturi è possibile considerare l’utilizzo di un bicchiere dalla base più ampia rispetto alla versione Tulipano; ideale potrebbe essere, per esempio, un classico calice Renano.
Il vino rosso, generalmente più strutturato e complesso del bianco, ha bisogno di più spazio per potersi esprimere. I calici più utilizzati per questa tipologia di vino sono sicuramente il Borgogna, e il Ballon, la cui capienza gli consente di ottenere una maggiore ossigenazione.
Il primo è perfetto per i vini corposi e mediamente invecchiati: la base panciuta e l’apertura più stretta riescono ad esaltare la percezione olfattiva degli aromi di cui si arricchiscono durante i processi di vinificazione e affinamento. La versione “Ballon”, dalla base ancora più ampia, è più indicata per vini dall’ampia struttura e dal lungo invecchiamento.
Gli spumanti sono sicuramente tra le tipologie di vino più apprezzate a livello globale. Eppure, la scelta del calice più adatto a questa varietà è quella che genera maggior confusione negli appassionati. È meglio scegliere il classico flûte o la famosa “coppa”?
Oggi la coppa di champagne tanto in voga a partire dagli anni ’20 viene utilizzata unicamente per spumanti dolci e aromatici; la sua ampissima superficie consente infatti a tutti gli aromi di sprigionarsi liberamente. La flûte, dalla forma alta e sottile, è la più gettonata per servire spumanti secchi ottenuti secondo Metodo Classico. È proprio in questi calici che si può apprezzare al meglio il perlage fine ed elegante di questi rifermentati.
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