Pettirosso nasce dall’idea di bere bene e mangiare meglio. Fruttato, aromatico con una beva deliziosa lo consigliamo abbinato a pietanze a base di carne rossa e primi della tradizione.
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Il vino rosso Pettirosso di cantina Fonterenza viene prodotto con un blend di uve di Sangiovese e Ciliegiolo. La tenuta Fonterenza sorge a pochi chilometri da Siena, nel cuore della Toscana. La cantina prende piede alla fine degli anni 90 grazie alla passione e alla dedizione delle sorelle Francesca e Margherita che decidono di abbandonare i loro lavori a Milano per riscoprire le tradizioni enologiche del territorio toscano. Pettirosso viene prodotto con un blend di uve di Sangiovese 80% e Ciliegiolo 20%. Entrambi sono vitigni autoctoni a bacca nera autoctoni della regione Toscana. Le parcelle di vite affondano le radici in un terroir composto da galestro con presenza di quarzo. Le piante sono allevate con tecnica ad alberello libero. La tenuta opera completamente a regime biologico e biodinamico: non vengono infatti utilizzati elementi chimici o di sintesi, sia in cantina che in vigna. Tutte le lavorazioni sono svolte manualmente e sono proibiti diserbanti, filtrazioni o chiarifiche. Le uve destinate alla creazione di Pettirosso vengono vendemmiate manualmente e lasciate fermentare spontaneamente in acciaio con soli lieviti indigeni alla temperatura di 30 gradi al massimo. Il mosto macera per 15 giorni sulle bucce. Il vino affina in tini di acciaio inox per la durata di 8 mesi circa. Al calice Pettirosso di presenta di color rosso rubino luminoso ed acceso. Al naso il bouquet spazia da sentori di frutti di bosco freschi a spezie dolci, fiori rossi ed erbe aromatiche. Al palato troviamo un vino pieno, scorrevole, con una freschezza unica e un tannino ben delineato. Pettirosso è un vino che segue la filosofia del “bere bene e mangiare meglio”: ottimo in abbinamento a primi piatti, funghi, salumi ed affettati e carni arrosto o grigliate. A noi piace in abbinamento ad un piatto tradizionale come la trippa alla fiorentina.
Le gemelle Francesca e Margherita, dopo un trascorso milanese, decidono di abbandonare le loro vecchie vite per dedicarsi alla vinificazione biologica e naturale, nei territori appartenuti alla loro famiglia.
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