Barbera

La Barbera è un vitigno autoctono tipico del Piemonte. Nonostante sia più recente di altre varietà come il Moscato, il Grignolino o il Nebbiolo, ad oggi è il vitigno più diffuso sul territorio piemontese, presente in particolar modo nelle zone di Alessandria, Alba ed Asti. Il vino che si ottiene ha lo stesso nome del vitigno, ma a seconda della zona di produzione sono presenti notevoli differenze.

L’origine del termine Barbera è ancora oggi oggetto di dibattito. Mentre alcuni studiosi sostengono che derivi dal termine “barbaro” a causa del suo colore rosso molto acceso, altri credono che sia da ricondurre al “vinum barberis”, una bevanda medievale tipica del Pimonte. Infine, c’è chi sostiene che il nome Barbera sia legato al piccolo borgo di Barberi, in provincia di Torino, anche se non esistono fonti certe che possano verificare o confutare queste teorie.

La prima volta in cui compare la dicitura “vigneti di Barbera” è il 1514, nei documenti del catasto di Chieri. La diffusione nei territori di Alba non si ha però prima della fine del 1600, quando Francesco Cotti introduce nel suo vigneto tralci di Barbera provenienti da Asti. Dal 1770 ha inizio la rapida espansione della Barbera in gran parte del territorio piemontese, ed in particolar modo nel novarese, bel vercellese, nell’alessandrino e nel tortonese. In Langa invece la sua diffusione è stata più recente, dal 1860 in poi. Ufficialmente, il vitigno entra a far parte dell’elenco dei vitigni piemontesi nel 1798, e grazie alla sua resistenza e produttività è ancora oggi uno dei vitigni più diffusi sul territorio.

Per una crescita rigogliosa della barbera, occorre che il vitigno sia ubicato in un posto con condizioni climatiche particolari, ed il terreno deve avere alcune specifiche caratteristiche. Il terreno ideale deve essere esposto al sole per buona parte della giornata, e la terra deve essere calcarea, ovvero ricca di minerali, limo ed argilla. Questo per far si che il terreno assorba l’umidità presente nell’atmosfera, che verrà sfruttata dal vitigno qualora ne avesse bisogno.
Il grappolo ha una forma piramidale, risulta piuttosto compatto ed è di dimensioni medio-grandi.
L’acino è di dimensioni notevoli, e pesa circa 2,5 grammi. La forma è ellissoidale, e la buccia pruinosa ha una colorazione molto scura, tra il blu ed il nero.

Essendo uno dei vitigni più diffusi in Piemonte, sono numerosi i vini prodotti. Spesso il nome del vino è associato al luogo in cui è situato il vitigno, come il Barbera di Asti, il Barbera d’Alba o il Barbera di Canavese, tutti e tre con la denominazione di origine controllata. È piemontese anche la produzione di vini più leggeri, vivaci e spesso leggermente effervescenti. Il vitigno si è diffuso anche in altre regioni, e vengono commercializzati anche altri vini molto pregiati e ricercati, come il Barbera bolognese o il Barbera del Sannio.

In base ai luoghi di coltivazione della Barbera, le caratteristiche dei vini che vengono prodotti possono variare in modo considerevole. Se il vino è giovane, spesso è caratterizzato da una certa spigolosità al palato, a causa dei tannini molto marcati. Per questo i vini vengono spesso invecchiati, in modo da ottenere un gusto più rotondo. I vini ottenuti sono spesso di color rosso rubino, risultano molto corposi e lasciano percepire note floreali e speziate.

Una curiosità particolare sulla Barbera riguarda la sua presenza capillare in tutto il territorio piemontese. Non esiste infatti nemmeno un comune in tutta la regione in cui non sia coltivato, e con ben 50000 ettari, rappresenta in 35% di tutta la superficie vitata dell’intera ragione. In questo modo si capisce ancor di più l’importatnza di questo vitigno per il Piemonte, che costituisce da sempre un vanto ed un motivo d’orgoglio.