Carlotta Peso
26 Settembre, 2022
Abbiamo invitato Giorgia Grande nei nostri studi, e lei ha accettato di raccontare il suo stretto rapporto con l’enologia artigianale e i vini naturali della sua Liguria di levante.
Il legame con la terra si è creato fin da bambina, quando insieme al resto della famiglia si coltivavano i terreni di proprietà della nonna per produzioni autonome e, appunto, familiari. Proprio partendo da quei terreni, è nato il progetto dell’azienda agricola Giorgia Grande, produttrice di vini naturali autentici ed espressivi di un territorio tutto da scoprire: la Liguria di Levante.
Nel 2005 su quei terreni dal valore estremamente sentimentale sono state impiantate le prime vigne che hanno portato in circa tre anni alla prima vendemmia.
Inizialmente sì. In principio, in questo piccolo appezzamento di terra sono state impiantate solo un migliaio di piante di varietà internazionali a bacca rossa: Syrah e Merlot.
La cosa buffa è stata che l’ordine – che prevedeva una quantità molto più ingente di Merlot piuttosto che di Syrah – è stato invertito; solo qualche anno dopo ci si è accorti dell’errore. Ma è andata bene così, da qui è nato il primo e più amato vino dell’azienda Giorgia Grande: Sarà Syrah.
La cantina e i terreni di famiglia si trovano a Cornice, un piccolissimo paesino del comune di Sesta Godano in provincia di La Spezia. Qui vengono coltivate le varietà a bacca rossa.
Negli anni sono nate anche due collaborazioni volte alla produzione di vini bianchi liguri: la prima – risalente al 2018 – con due ragazzi e amici originari di Monterosso che si dedicano alla coltivazione di Albarola, Bosco e Vermentino, mentre la seconda – più recente – con i soci e amici Matteo Circella e Luigi Zoli con i quali acquistiamo uve provenienti da Riomaggiore per produrre l’etichetta “Mediterraneo”.
A partire dal primo tentativo di vinificazione è stato richiesto l’aiuto di un enologo, una spalla che fosse d’aiuto per inserirsi in questo mondo. Dal 2013, anno in cui è iniziato l’amore per i vini naturali, tutta la parte di gestione della vigna è nelle mani della sua proprietaria.
L’approccio è sempre lo stesso, sia in vigna che in cantina: meno interventi possibili, tutti manuali e artigianali. I terreni vengono trattati saltuariamente con piccolissime dosi di rame e zolfo unite a dei sovesci periodici. In cantina non sono previsti lieviti aggiunti, chiarifiche o filtrazioni. Si seguono tutti quei “trucchetti della nonna” che rendono le vinificazioni un modo di fare il vino come una volta.
Dalla collaborazione con i ragazzi di Monterosso nasce “Raixe”, che in dialetto significa “radice”. Questo vino bianco è realizzato con le uve tipiche della zona delle Cinque Terre, ovvero Albarola, Vermentino e Bosco. I ragazzi coltivano la vigna con gli stessi metodi seguiti in azienda Giorgia Grande e, una volta finita la raccolta, si vinifica nella piccola cantina di Cornice.
Tre giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione spontanea e affinamento in acciaio e bottiglia fino alla primavera successiva. Entrambi i vini seguono lo stesso percorso.
“Mediterraneo”, nato dalla collaborazione con Circella e Zoli, si ottiene da uve originarie di Riomaggiore. I due vini si assomigliano molto – essendo prodotti con le stesse varietà e con le stesse tecniche – ma un palato attento riconosce il terroir differente.
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